ANSIA DA ESAME
In prossimità di un esame universitario (ma anche di un'interrogazione a scuola o un colloquio di lavoro) può capitare di avvertire ansia anticipatoria.
L'ansia è un segnale di allerta inviato dal corpo, una risposta adattiva ai cambiamenti che la vita ci impone.
In questi casi, una piccola quantità d'ansia ha la funzione di una molla attivante, fornendo quel tanto di adrenalina funzionale al superamento di ostacoli, prove, esami; quindi ha effetto benefico.
Accade però che l'ansia diventi eccessiva, finendo con il prendere il sopravvento: i segnali provenienti dal corpo (palpitazioni, sudorazione, tremore...) diventano sempre più ingestibili. La mente comincia a incanalare negativamente le energie, prefigurandosi possibili scenari fallimentari: secondo il meccanismo della profezia che si autoavvera, cominciamo ad agire gli scenari che ci stiamo immaginando. Tutto sembra confermare il timore di non passare l'esame!
...come affrontare tutto questo?
In questi casi, una piccola quantità d'ansia ha la funzione di una molla attivante, fornendo quel tanto di adrenalina funzionale al superamento di ostacoli, prove, esami; quindi ha effetto benefico.
Accade però che l'ansia diventi eccessiva, finendo con il prendere il sopravvento: i segnali provenienti dal corpo (palpitazioni, sudorazione, tremore...) diventano sempre più ingestibili. La mente comincia a incanalare negativamente le energie, prefigurandosi possibili scenari fallimentari: secondo il meccanismo della profezia che si autoavvera, cominciamo ad agire gli scenari che ci stiamo immaginando. Tutto sembra confermare il timore di non passare l'esame!
...come affrontare tutto questo?
QUALCHE PICCOLO SUGGERIMENTO PRATICO
Nella maggior parte dei casi, le difficoltà provate in prossimità di un esame non riguardano strettamente le capacità cognitive- apprendimento, intelligenza, memoria- bensì le strategie usate nello studio e nella performance.
Vediamo quindi alcune strategie per migliorare il rendimento:
Nella maggior parte dei casi, le difficoltà provate in prossimità di un esame non riguardano strettamente le capacità cognitive- apprendimento, intelligenza, memoria- bensì le strategie usate nello studio e nella performance.
Vediamo quindi alcune strategie per migliorare il rendimento:
- Ridimensiona l’importanza dell’esame : che peso riveste nella tua carriera universitaria? Ci saranno ulteriori appelli? Contestualizza.
- Organizzati nello studio: stendi una "tabella di marcia", identifica le priorità, investi adeguatamente il tuo tempo.
- Prenditi dei momenti di pausa rigenerante : non affaticarti inutilmente, altrimenti il tuo cervello sarà meno recettivo agli stimoli e potresti non apprendere adeguatamente, finendo per sprecare il tuo tempo.
- Organizza un gruppo di studio: alterna i momenti di studio individuale al ripasso di gruppo, dividerete l'ansia e avrete modo di confrontarvi sul programma d'esame.
- Sostituisci i pensieri negativi con affermazioni positive: al posto di "non ce la farò" inizia a dirti "posso farcela". Il pensiero positivo è energizzante.
- Non ripassare all’ultimo momento: genera soltanto confusione e aumenta l'ansia, troverai sempre qualcosa che credi di non sapere.
- Utilizza qualche tecnica di rilassamento: ti aiuterà a gestire meglio l'ansia.
- Fatti accompagnare all’ esame da un amico: ti aiuterà a distrarti e ad alleggerire l'ansia...ma non sceglierlo più ansioso di te!
I DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO E LE MODALITÀ DI LAVORO: GESTIRE AL MEGLIO LE RISORSE
Non esiste un unico stile di apprendimento che sia efficace per tutti; conoscere quello che funziona meglio ci aiuterà ad impiegare al meglio le nostre risorse.
Possiamo raggruppare gli stili a seconda della componente sensoriale predominante: visiva, uditiva, sensoriale (modello VAK- visual, auditory, kinesthetic).
Riflettiamo anche sulle modalità di lavoro: preferisci studiare da solo o in gruppo? In ogni caso, non trascurare le risorse che possono provenire dall'altra modalità.
Non esiste un unico stile di apprendimento che sia efficace per tutti; conoscere quello che funziona meglio ci aiuterà ad impiegare al meglio le nostre risorse.
Possiamo raggruppare gli stili a seconda della componente sensoriale predominante: visiva, uditiva, sensoriale (modello VAK- visual, auditory, kinesthetic).
- Visiva:
verbale: impari meglio leggendo? Utilizza appunti, stila elenchi, studia e leggi non a voce alta;
non verbale: impari meglio guardando? Disegna tabelle, grafici, mappe, usa icolori, crea immagini mentali; - Uditiva: impari meglio ascoltando? Registra le lezioni e riascoltale, leggi a voce alta, ripeti a qualcuno;
- Cinestesica: impari meglio facendo? Muoviti mentre studi, gesticola mentre ripeti.
Riflettiamo anche sulle modalità di lavoro: preferisci studiare da solo o in gruppo? In ogni caso, non trascurare le risorse che possono provenire dall'altra modalità.
- se privilegi la modalità individuale, trova lo stesso il modo di confrontarti con le opinioni altrui; lavora in classe, affina le tue tecniche di ascolto.
- se invece preferisci lavorare in gruppo, non tralasciare la rielaborazione individuale di ciò che hai appreso; sintetizza ciò che hai studiato e metti a punto i tuoi propri strumenti di lavoro.
PER CONCLUDERE...
Quelli qui sopra presentati sono solo alcuni piccoli accorgimenti per gestire meglio l'ansia da esame, attraverso un miglior utilizzo di tempo e risorse.
Va comunque ricordato che quando l'ansia diviene troppa, ingestibile, paralizzante, potrebbe essere spia di un malessere ben più profondo dell'esame in sé.
Pertanto in questi casi è opportuno chiedere aiuto e consultarsi con un professionista per contestualizzare questi segnali di allarme all'interno della propria storia di vita.
Quelli qui sopra presentati sono solo alcuni piccoli accorgimenti per gestire meglio l'ansia da esame, attraverso un miglior utilizzo di tempo e risorse.
Va comunque ricordato che quando l'ansia diviene troppa, ingestibile, paralizzante, potrebbe essere spia di un malessere ben più profondo dell'esame in sé.
Pertanto in questi casi è opportuno chiedere aiuto e consultarsi con un professionista per contestualizzare questi segnali di allarme all'interno della propria storia di vita.